L’ofelimità[1] designa la qualità fondamentale degli oggetti economici: cioè il loro valore
non sempre corrisponde al beneficio che attendiamo dal loro uso.
L’utilità del bene nel soddisfare un bisogno,
indipendentemente dal fatto che il bene stesso lo soddisfi effettivamente, si
esaurisce con la sua ofelimità per cui, quando giunge sul mercato, un oggetto,
prima di essere utile, è ofelimo, cioè favorevole e idoneo per essere proposto
in vendita.
Il prezzo di un orologio può superare cifre di quattro o
cinque zeri, quando, per conoscere l’ora, oggi, basta guardarla sul telefonino;
un grammo di cocaina non ha prezzo per chi ne ha dipendenza e, a tutti, è noto
che la cocaina, oltre ad arrecar danno alla salute, produce guasti psichici e
sociali incalcolabili.
Il bisogno si misura in quanto si è disposti a pagare per
ottenere ciò che è necessario o che si desidera. L’economia giocata sul
desiderio orienta le persone su mezzi creduti idonei per soddisfare bisogni
inconsistenti.
Le persone sono incoscienti e sprovvedute quando seguono
percorsi che si esauriscono nel consumare la cosa stessa per ciò che immaginano
capace di restituire e non per il bisogno che effettivamente soddisfa; di
contro le persone preparate, coscienti e consapevoli, prima di consumare,
valutano i loro bisogni, indipendentemente dai desideri, sulla base delle
previsioni dedotte dal proprio progetto esistenziale, e, conseguentemente,
orientano la scelta in senso efficace su quanto occorre per soddisfare le
proprie tendenze.
Da questa stessa considerazione dovrebbe dedursi che
un’economia abbandonata alle sue teorie, non possa, da sola, costituire
l’ossatura di una politica che inizia dalla famiglia e si dirama nei vari gradi
dei rapporti che si costituiscono nel gruppo di appartenenza. Da persone
sprovvedute, non si può crederle capaci di compiere scelte coerenti con un
percorso orientato ad un modo di vita ragionevole; e dalle persone consapevoli
non sono prevedibili comportamenti tali dal tenerle estranee dal fare scelte
che esulino dal loro esclusivo tornaconto.
Quando il Governo del Paese, non avendo più credito né
mezzi per far quadrare i conti disastrati dalla pressione del debito pubblico
che aumenta in modo inverosimile, favorisce la diffusione delle slot machine
con iniziative che dovrebbero indurre alla sollevazione moralisti, psicologi e
sociologi, c’è da chiederci se i cittadini italiani saranno mai capaci di
riacquistare un senso politico appropriato perché solo chi sia bravo, onesto e
consapevole possa accedere alle stanze del potere per ricondurre la società ad
equilibri compatibili con una vita civile decente e per portare a termine i
cambiamenti resi necessari dai progressivi passi nello sviluppo delle
tecnologie informatiche e della comunicazione.
Beni e servizi sono di due generi: quelli che, usati,
recano un beneficio corrispondente all’offerta, e beni e servizi che, usati,
recano benefici apparenti e dannosi nell’essere proposti in forme ingannevoli e
configurati per dare benefici incerti e quasi mai vantaggiosi per chi li usa.
Libertari e Radicali sostengono che la valutazione del
vantaggio è una questione soggettiva riguardante il consumatore libero di fare
le sue scelte.
Liberali e Socialisti, entrambi democraticamente,
dovrebbero convenire che nessuna politica economica e sociale possa essere
condotta quando ofelimità e utilità collidono in modo da recar danno ai
patrimoni, alla società e ai cittadini, considerati come un insieme di persone
che condividono interessi comuni.
I Progressisti sono i più virtuosi, ma usano la libertà
per proseguire il percorso sulla strada di un progresso che giungerà alla
conquista dello spazio, determinando ancora una volta, dopo le scoperte in
America, in Oceania e in Antartide, nei secoli a venire, nuove acquisizioni
territoriali per lo sviluppo umanitario nello spazio planetario. Evidentemente
il progressismo, pur rientrando in una realtà politica democratica e socio
liberale sono una élite che si costituirà al di fuori dei giochi politici di
noi comuni mortali.
°°°
Tutto ciò premesso occorre osservare olisticamente la
Diade
[Equità <-> Ofelimità e Utilità]
opera tra le tessere della Tavola DIPRIS[2],
[Coscienza <-> Responsabilità] e [8.
Accessibilità],
nel quadro della circolazione delle merci i cui prezzi
sono indipendenti dal loro valore sul mercato.
Si tratta di una tesi secondo cui la Diade non è la somma
delle parti di cui è composto il sistema umano ma un principio generale
articolato nelle diverse discipline che lo trattano. Nel campo delle scienze
umane si parla di olismo a proposito di quelle concezioni secondo cui oggetto
delle scienze sociali sarebbero non gli individui e le loro azioni e
preferenze, ma le strutture di cui gli individui farebbero parte e alle cui
azioni esse non sarebbero riducibili. Tali concezioni sono criticate, nel campo
delle scienze umane, dall’individualismo metodologico
È importante partire dalle slot machine per introdurre i
rudimenti che reggono il fenomeno della circolazione delle merci, tra le quali
la stessa moneta, non per i sui aspetti di valore, ma come sistema in cui la
circolazione è considerata per i suoi vari aspetti che abbracciano le forme di
baratto e di scambio regolato nei suoi vari modi come il dono, la compensazione
per saldi bancari, o di pagamento anticipato, alla consegna o differito.
Ma alla base di tutto sta il dualismo intercorrente tra
utilità e ofelimità che trova una soluzione razionale solo nel considerare
l’economia ridotta al solo ruolo utilitaristico.
Gli economisti hanno detto tutto sullo scambio che
consiste nell’osservare la dinamica del prezzo correlato alla quantità offerta
e domandata, ma poco sul dono perché il dono non ha prezzo, anche se il donare
rappresenta per tutti i popoli della terra, il pilastro per sostegno della
famiglia e delle associazioni umanitarie che tutelano salute e ambiente.
Non c’è niente da misurare nello scambio di doni, come
anche nel baratto avente per oggetto non solo merci ma anche beni mobili e
immobili garantiti da titoli reali di possesso.
Dono e baratto, quindi, non avrebbero necessità di
assoggettamento a valutazione monetaria se non in fase di primo acquisto
attribuendo valori da 0, al netto di commissioni e oneri fiscali, in caso di
dono, al valore sperato sul mercato nel caso di compravendita.
Lo scambio non dovrebbe essere oneroso quando il bene sia
disponibile in quantità esuberante alle necessità della comunità. In tal caso
il detentore del bene non potrà ridurne la disponibilità sul mercato con
l’intento di stabilirne un prezzo, ma quello di esportare il bene attraverso un
corrispondente mercato.
È il caso della acqua che in Puglia è sbandierata come
merce rara, quando rara lo è per davvero quando i gestori trascurano le
operazioni di manutenzione dell’acquedotto per cui le riserve accumulate nei
bacini si disperdono, invendute, nei campi delle masserie.
Non posso nemmeno trascurare il mantra delle acque
minerali che, prosciugando le fonti, rendono rara l’acqua perché venduta in
bottiglia di plastica con affascinati etichette che ne indicano la composizione
chimica e ne spiegano le caratteristiche organolettiche.
Utilità e ofelimità sono ancora i fattori principali di
imponderabilità nelle scienze umane, troppo protese nella ricerca dell’utilità
che, anziché corretta dall’ofelimità, tendono a rendere le merci disomogenee ai
fini della loro valutazione sul mercato. È il caso dell’aggiunta di un additivo
al prodotto ambiguamente enfatizzato dalla pubblicità.
Vilfredo Pareto lasciò in sospeso questo aspetto, ma
introdusse i concetti fondamentali riguardanti le relazioni fra le persone con
i loro comportamenti derivati da ragione e istinto (residui), con
l'intromissione di sentimenti, di pregiudizi, di articoli di fede, e di altre
simili inclinazioni, postulati, principi, che portano fuori dal campo
logico-sperimentale (derivazioni).
Pareto, ai suoi tempi, l’equità stava ancora nascosta
nella diade Coscienza e Responsabilità e si misurava sui mercati in un
conflitto d’interessi permanente che dura tutt’ora.
La colonna centrale della tavola DIPRIS segna al centro le Risorse occorrenti alle "30. Persone e Famiglia" per esercitare il "4. Dominio" secondo i principi di "0. Libertà", regolanti le Istituzioni "31. Comunità", "32. Stato"; "33. Nazione"; "34. ONU".
[1] Ofelimità
Termine introdotto da V. Pareto per indicare l’aspetto soggettivo dell’utilità
(➔ p), ovvero la capacità di beni o servizi di soddisfare un desiderio o un bisogno
individuale. Per Pareto, l’o.,
in quanto caratteristica soggettiva, va tenuta distinta dall’utilità, perché
nel linguaggio ordinario questa è intesa come proprietà intrinseca che beni o
servizi possiedono di favorire lo sviluppo di una persona o della specie umana.
(Treccani).
[2]
Figura 10 a pag. 54
Tabella dei
collegamenti in corrispondenza di questo post [Ord. 0/ Liv. E]
|
|||||
Ord/Liv
|
A
|
B
|
C
|
D
|
E
|
0
|
|||||
1
|
Coscienza e Responsabilità
|
Equità Utilità e Ofelimità
|
Accessibilità
|
Coerenza
|
|
2
|
Operosità e trasparenza
|
Occupazione
|
Libertà di espressione
|
Libertà di associazione
|
Libertà dal bisogno
|
3
|
Libertà dalla paura
|
Dignità
|
Risorse
|
Organismi associativi
|
Sussidiarietà
|
4
|
Consumo etico
|
Comunicazione e Propagazione
|
Valori Materiali, Strumentali e Umani
|
Fattore Impresa/lavoro
|
Patrimonio
|
5
|
Titolarità dei valori
|
Sicurezza
|
Salute
|
Uomo, Donna, Famiglia
|
Comunità e Stato
|
6
|
Patria, Persona e Famiglia
|
Comunità
|
Stato
|
Nazione
|
ONU
|
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